Durante gli ultimi incontri di lavoro, ho presentato un prodotto finanziario che mi ha portato a parlare di crescita sostenibile con dei riferimenti ai principi della termodinamica in particolar modo al secondo principio.
Qualcuno mi ha poi chiesto dei chiarimenti perché ovviamente in riunione, soprattutto se ci sono più relatori, il tempo è tiranno e devi dare tante cose per scontato quando, magari, scontate non sono.
Allora eccomi, anche se a distanza di qualche settimana, provo a fare delle precisazioni e dare dei riferimenti che non in tutte le riunioni sono riuscito a dare.
Partiamo dalla nascita dell’economia come disciplina specifica intorno alla fine del Settecento, assieme a numerose altre scienze come, ad esempio, la chimica.
A partire dal quel momento l’economia coltivò, giustamente, il sogno di potersi dare regole e principi ispirandosi al modello della fisica newtoniana. Un’aspirazione più che legittima nell’ambito del contesto in cui nacque.
Ma i contesti cambiano e le conoscenze scientifiche mutano, si ampliano.
L’economia, invece, una volta costituitasi in disciplina autonoma, iniziò ad ignorare (naturalmente a livello di orientamento dominante) gli avanzamenti delle ricerche sulla struttura e il funzionamento della natura.
Newton non avrebbe approvato.
Nel corso dell’Ottocento, in particolare, l’economia non prestò particolare attenzione a due fondamentali rivoluzioni in ambito scientifico: la rinnovata conoscenza dei rapporti tra individuo e ambiente, in relazione allo sviluppo del concetto di evoluzione, e la nascita della termodinamica.
Così facendo gli economisti, pur continuando ad elaborare teorie e modelli matematici, mantennero un’immagine della realtà che corrispondeva sempre meno a quella descrivibile grazie agli sviluppi della fisica e della biologia.
Per questo motivo numerosi ed autorevoli studiosi hanno sostenuto uno stretto collegamento fra economia e follia.
In riunione ho più volte portato l’esempio di Kenneth Boulding, che ha pronunciato una frase destinata a diventare celebre:
«Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all’infinito in un mondo finito è un pazzo, oppure un economista».
Questa idea, infatti, come sappiamo ormai da un secolo e mezzo, non ha alcun fondamento scientifico ed è in totale disaccordo con una percezione corretta della mondo e della natura.
Come ha ricordato non molto tempo fa Herman Daly, la maggior parte degli economisti crede che
« Visto che la crescita ci ha portato tanto lontano, potremo andare avanti all’infinito».
Eppure, aggiunge Daly,
«i fatti sono semplici e incontestabili: la biosfera è finita, non cresce, è chiusa (con l’eccezione del costante apporto di energia dal Sole), ed è regolata dalle leggi della termodinamica. Qualunque sottosistema, come l’economia, a un certo punto deve smettere di crescere e adattarsi a un equilibrio dinamico, simile a uno stato stazionario»
Continua Daly dicendo che
Purtroppo, pare che l’esistenza della termodinamica sia ancora ignota alla maggior parte degli economisti, per non parlare dei politici: «è certo che la conoscenza del II Principio della Termodinamica potrebbe far ravvedere i sostenitori del grande bluff della crescita infinita e che un corso di termodinamica ben fatto sarebbe di grande beneficio per gli studenti di Economia, particolarmente per quelli che un giorno aspirassero a diventare Ministri
Tuttavia, come ha scritto Schumpeter:
una nuova «visione» può «ricomparire nella storia di qualsiasi scienza, ogni qual volta qualcuno c’insegna a vedere le cose in una luce la cui sorgente non può esser trovata nei fatti, nei metodi e nei risultati della scienza già esistente»
Cosa cambia con la nascita della termodinamica?
Che cos’è la termodinamica?
Definizione: La termodinamica è la branca della fisica classica che studia e descrive le trasformazioni termodinamiche indotte dal calore e dal lavoro in un sistema termodinamico, in seguito a processi che coinvolgono cambiamenti delle variabili di stato temperatura ed energia.
II° Principio della termodinamica
Esso afferma che:
«è impossibile realizzare una macchina ciclica che abbia come unico risultato il trasferimento di calore da un corpo freddo a uno caldo» (enunciato di Clausius)
o, equivalentemente, afferma che
«è impossibile realizzare una trasformazione il cui risultato sia solamente quello di convertire in lavoro meccanico il calore prelevato da un’unica sorgente» (enunciato di Kelvin).
L’entropia totale di un sistema isolato rimane invariata quando si svolge una trasformazione reversibile ed aumenta quando si svolge una trasformazione irreversibile.
E da qui la prima deduzione riguardante la Biosfera o comunque qualsiasi sistema o insieme reale:
Non esistono sistemi isolati se non in teoria, per cui non esistono trasformazioni reversibili ma solo trasformazioni irreversibili.
Che cos’è l’Entropia?
Il concetto di Entropia è molto complesso, possiamo dire che
l’Entropia misura il livello di caos di un sistema ed è un numero puro. Maggiore è l’entropia maggiore è il disordine molecolare all’interno di un sistema. Un sistema perfettamente in ordine ha entropia zero.
Un esempio classico è il dentifricio nel tubetto. Nel momento in cui eserciti una pressione sul tubetto e fai fuoriuscire il dentifricio, una volta tolta la pressione, il dentifricio non rientra più nel tubetto.
Un altro esempio la scatola di palline colorate disposte in un determinato ordine: se esercito una forza alla scatola tale da mettere in movimento le palline, nel momento in cui smetto di esercitare tale forza, le palline torneranno in uno stato di equilibrio ma che sarà certamente diverso dal precedente.
Riportandolo al nostro discorso sul sistema biofisico del pianeta, ogni trasformazione che viene indotta, in questo caso dall’uomo, causa delle trasformazioni irreversibili che aumentano il disordine molecolare all’interno del sistema stesso.
Concludo quindi dicendo che l’economia circolare tende a ridurre l’impatto sul biosistema planetario delle attività produttive umane.
Ecco un video per una spiegazione più ortodossa del II° Principio della Termodinamica
https://youtu.be/QpF7pYcsRoE
ElO
Riferimenti bibliografici:
(H. Daly, L’economia in un mondo pieno, in «Le Scienze»)
(N. Armaroli, V. Balzani, Energia oggi e domani. Prospettive, sfide, speranze, Bologna, Bononia University Press, 2004)
(J. A. Schumpeter, Storia dell’analisi economica [1954], Torino, Bollatti Boringhieri, 1972)