Il Natale, i cattolici e la Lega

In questo Natale, dove a distanza di cento anni, sono tornati di moda estremismi, razzismi ed odio alimentati ad hoc dalla destra ed in particolare dal leader di un partito che si dichiara cattolico, cristiano e utilizza rosari, madonne e santi per i soli scopi politici, voglio ricordare, a tutti coloro che si dichiarano cattolici o addirittura, cattolici praticanti che questi atteggiamenti non sono nuovi e che vanno in netto contrasto con qualsiasi dettame della religione cattolica.

Per cui o si è adepti di questo leader e del suo partito o si è cattolici. Non si può far parte contemporaneamente di entrambe i gruppi  se non con una profonda dose di ipocrisia.

Trascrivo alcune lettere scritte alla famiglia durante le festività natalizie da dissidenti politici incarcerati o costretti all’esilio ed alcuni nomi di persone che hanno sofferto finanche a perdere la vita per difendere l’Italia dall’avvento del fascismo che incarnava appieno tutto ciò che sta tornando di moda in questi mesi, con la complicità della classe imprenditoriale dell’epoca e con l’incredibile spinta dell’ignoranza che sovrastava il paese.

Oggi il pericolo di un rigurgito storico è reale e le forze che possono spingere questo rigurgito alla sua completa realizzazione sono: la commistione di una parte della politica con la criminalità organizzata ed ancora una volta l’incredibile ignoranza in cui imperversa il paese.

 

 

23 DICEMBRE 1929
LETTERA DI SANDRO PERTINI INVIATA ALLA MADRE

“Mia buona mamma,

Son riuscito a procurarmi un pezzo di lapis e un po’ di carta e tento di scriverti nonostante questi maledetti ferri che mi stringono i polsi. Voglio che ti giungano i miei auguri per il nuovo anno, mamma, e farò di tutto perché a Napoli questa mia lettera sia imbucata. Sono qui solo in una piccola cella del vagone cellulare. Mi portano a Napoli e verso il 27 mi porteranno al reclusorio di S. Stefano. Mamma buona e santa, non ti rattristare per questa tua nuova sorte. Pensa, mamma, che lotto per un’idea sublime, tutta luce.
Oggi più di ieri io sento d’amare questa idea. Il carcere rende più profondo in me questo amore. La condanna, mamma buona, è motivo d’orgoglio per il tuo Sandro, e lo deve essere per te. Se tu sapessi con quale gioia, e con quanta fierezza io alzai dalla gabbia dopo la lettura della sentenza il grido della mia fede “Viva il Socialismo“, “Abbasso il fascismo“. E allora mi saltarono addosso furenti, turandomi la bocca quasi a soffocarmi, ma io nulla sentivo. Ascoltavo solo il mio cuore battere contento.
Scrivi alla buona Signora e diglielo che oggi più di ieri sono degno del loro affetto. Fa che non mi dimentichino. Dirai loro che auguro a tutti un anno fecondo per la nostra causa. Cerchino di lottare sempre con più ardore di ieri, perché oggi essi uomini liberi devono lottare anche per noi costretti all’inazione, che il mio spirito è sempre con loro e sogno la libertà solo per riprendere fra di loro il mio posto di combattimento. Vorrei che il mio saluto giungesse in modo particolare al maestro e ai miei compagni di lavoro, che non dimentico. Fu lavorando con essi, che io conobbi tanto bene che prima ignoravo, e che arricchii di pregio e virtù il mio animo, rendendolo capace di affrontare serenamente prove come questa.
Sappiamo che a S. Stefano vi si trovano Zaniboni e Terracini, mi sarà difficile però vederli, perché dovrò fare circa 20 mesi di segregazione cellulare. Gramsci è ammalato gravemente, Scacianna è tisico, il Tulli è diventato cieco. Noi politici siamo sorvegliatissimi, e il carcere viene reso più duro a noi che ai reclusi comuni.
Grazie mamma, di quanto mi hai mandato, non speravo tanto. Per ora continua a scrivere a Regina Coeli perché devi fare finta di non averla ricevuta questa mia. L’unita lettera appena letta spediscila alla buona signora. Tu mamma, amami sempre così!

Ti stringe forte il tuo Sandro! (Roma-Napoli, 23 dicembre 1929)

Natale 1930 di Antonio Gramsci dal carcere

Carissima mamma, ecco il quinto natale che passo in privazione di libertà e il quarto che passo in carcere. Veramente la condizione di coatto in cui passai il natale del 26 ad Ustica era ancora una specie di paradiso della libertà personale in confronto alla condizione di carcerato. Ma non credere che la mia serenità sia venuta meno. Sono invecchiato di quattro anni, ho molti capelli bianchi, ho perduto i denti, non rido più di gusto come una volta, ma credo di essere diventato più saggio e di avere arricchito la mia esperienza degli uomini e delle cose. Del resto non ho perduto il gusto della vita; Dunque non sono diventato vecchio, ti pare? Si diventa vecchi quando si incomincia a temere la morte e quando si prova dispiacere a vedere gli altri fare ciò che noi non possiamo più fare. In questo senso sono sicuro che neanche tu sei diventata vecchia nonostante la tua età. Sono sicuro che sei decisa a vivere a lungo, per poterci rivedere tutti ioinsieme e per poter conoscere tutti i tuoi nipotini: finché si vuol vivere, finché si sente il gusto della vita e si vuole raggiungere ancora qualche scopo, si resiste a tutti gli acciacchi e a tutte le malattie.

Antonio Gramsci 🌹

Piero Gobetti giornalista, politico, filosofo e antifascista italiano. Considerato un erede della tradizione post-illuminista e liberale che aveva guidato l’Italia dal Risorgimento fino a poco tempo prima, di stampo profondamente sociale e sensibile alle rivendicazioni del socialismo, fondò e diresse le riviste Energie Nove, La Rivoluzione Liberale e Il Baretti, dando fondamentali contributi alla vita politica e culturale, prima che le sue condizioni di salute, aggravate dalle violenze fasciste, ne provocassero la morte prematura a 25 anni durante l’esilio francese.

 

Ignazio Silone, pseudonimo e poi, dagli anni sessanta, anche nome legale, di Secondo Tranquilli, è stato uno scrittore, drammaturgo e politico italiano candidato dieci volte per il premio nobel per la letteratura. Può annoverarsi tra gli intellettuali italiani più conosciuti e letti in Europa e nel mondo, costretto all’esilio, ha subito l’arresto del fratello Romolo accusato di essere l’esecutore di un attentato contro il Re Vittorio Emanuele III eseguito il 12 aprile ’28.

Emilio Lussu è stato uno scrittore, militare e politico italiano, eletto più volte al Parlamento e due volte ministro; fondatore del Partito Sardo d’Azione e del movimento Giustizia e Libertà. Antifascista, fu aggredito, ferito e poi confinato a Lipari; infine, una volta evaso, fu profugo all’estero per circa quattordici anni.

Giacomo Matteotti è stato un politico, giornalista e antifascista italiano, segretario del Partito Socialista Unitario.

Fu rapito e assassinato da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini, a causa delle sue denunce dei brogli elettorali attuati dalla nascente dittatura nelle elezioni del 6 aprile 1924, e delle sue indagini sulla corruzione del governo, in particolare nella vicenda delle tangenti della concessione petrolifera alla Sinclair Oil.

 Ed il 3 gennaio 1925, di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse pubblicamente la “responsabilità politica, morale e storica” del delitto.

Questi sono solo alcuni nomi, ci furono migliaia di arresti durante il ventennio fascista, soltanto nel ’23 dopo il IV° congresso comunista furono arrestati oltre 5.000 dirigenti politici.

Potrei andare avanti ancora a lungo ma penso di aver reso l’idea e spero aver indotto i concittadini cattolici coerenti e pensanti a riflettere.

ELO

 

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