Oggi ricorre l’anniversario della nascita, 15 ottobre 1844, di uno dei miei maestri preferiti: Friedrich Wilhelm Nietzsche.
Voglio ricordarlo con il concetto dell’Eterno Ritorno
Tutto s’allontana, tutto ritorna; Eterna gira la ruota dell’essere. Tutto muore, tutto rifiorisce;
Eterno fluisce l’anno dell’essere.
Eternamente si edifica la casa dell’essere, sempre la stessa. Eternamente fedele a se stesso è l’anello dell’essere.
In ogni istante ha principio l’essere; intorno ad ogni “qui” ruota la sfera “là”. Dappertutto è il centro. Curvo è il sentiero dell’eternità.…
Ecco, tu [Zarathustra] sei il maestro dell’eterno ritorno, questo è il tuo destino…..
Ecco, sappiamo che cosa insegni: che tutte le cose eternamente ritornano e noi con loro, e che noi siamo già esistiti un numero eterno di volte, e tutte le cose con noi.
Tu insegni che c’è un grande anno del divenire e questo, simile a una clessidra, deve sempre di nuovo ribaltarsi, per defluire e svuotarsi:
Cosicchè tutti questi anni sono identici tra loro, nel grande come nel piccolo, cosicchè anche noi in ogni grande anno siamo identici a noi stessi, nel grande come nel piccolo…..
Prima stesura del concetto dell’eterno ritorno.
Cos’è l’eterno ritorno per Nietzsche?
Nietzsche ebbe questa intuizione durante un soggiorno in Engadina, una valle Svizzera nel Canton Grigioni, una delle valli abitate più alte d’Europa, nell’estate del 1881. Un luogo di montagna vicino ad un lago dove egli passeggia nel pomeriggio e scrive la sera. Durante una passeggiata ha questa immagine del tempo che lo spaventa e lo attrae, l’immagine dell’eterno ritorno.
La Porta Carraia dello Zarathustra mostra due sentieri che partono dalla stessa porta e rappresentano il passato e il futuro. La porta rappresenta il presente.
A differenza di Socrate che definiva il tempo nulla di più di un’astrazione mentale, nel senso che il passato non è più, il futuro non è ancora, per cui il presente, come separazione tra due cose che non esistono, non può anch’esso esistere.
Per Nietzsche invece il passato non esiste perché non c’è più, il futuro non c’è ancora. Il presente, perciò, è l’unica cosa che esiste, che è (nel senso di esserci).
Il passato e il futuro sono solo sentieri infiniti, percorsi o ancora da percorrere e soprattutto impossile da percorrere per intero proprio perché infiniti.
L’Eterno Ritorno, è l’affermazione del presente come unica dimensione nella quale dobbiamo vivere per esaltare la vita.
Il presente è, e si ripete continuamente.
In ogni momento della nostra vita possiamo dire “Io sono”, ma anche solo un secondo dopo questa affermazione non è più vera, perché in un secondo io sono cambiato, ho vissuto un secondo in più, alcune cellule dentro di me son morte e altre son nate, ho fatto ulteriori pensieri e riflessioni che mi hanno portato distante dal mio io precedente. Non sono più l'”io” che ero un secondo fa.
Come sosteneva Eraclito l’Oscuro:
Nessuno può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché nè l’uomo nè le acque del fiume sono gli stessi.
Il tempo è dunque un continuo succedersi del “presente”, quindi un “Eterno Ritorno del presente”, che rimane sempre presente, e non diventa mai passato o futuro, perché nel momento in cui diventa passato non esiste più, nel momento in cui diventa futuro non c’è ancora.
Il significato profondo dell’Eterno Ritorno è: la coincidenza fra divenire ed essere.
Nietzsche è il filosofo del divenire: tutto diviene, nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. L’essere è statico, poiché se diciamo che una cosa “è”, affermiamo che essa sia così per sempre, in assoluto.
Perciò l’Eterno Ritorno è la coincidenza fra divenire ed essere: se ogni momento è, allo stesso tempo diviene, poiché in ogni momento tutto cambia, ma nello stesso momento “è”.
È un essere che diviene perpetuamente, ma che ritorna sempre ad essere l'”essere”.
ELO