Lo sbarco degli alleati in Sicilia 09.07.1943

Questa carta inedita elaborata dalla prestigiosa rivista Limes è dedicata allo sbarco alleato in Sicilia del 1943, una delle maggiori operazioni anfibie della seconda guerra mondiale.

L’azione (nome in codice Husky) segnò l’inizio della campagna d’Italia, acuì la crisi del fascismo e permise agli anglo-americani di aprire l’atteso secondo fronte europeo contro la Germania.

La carta indica le direttrici dell’assalto (frecce azzurre), che fu condotto nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1943 da sette divisioni alleate composte da 160 mila uomini, 14 mila veicoli, 600 carri armati e 1.800 pezzi d’artiglieria. La Settima armata americana del generale George S. Patton prese terra nell’area di Gela, mentre l’Ottava armata britannica del generale Bernard L. Montgomery investì la costa intorno ad Avola. Una divisione canadese partita direttamente dalla Scozia sbarcò a Pachino fra le due armate alleate.

La decisione di aggredire il fianco sud-orientale della Sicilia fu di Montgomery. Il vincitore dell’Afrikakorps era contrario all’idea iniziale di dividere le forze anglo-americane fra un’area di sbarco nord-occidentale intorno a Palermo e un’altra sud-orientale nei pressi di Catania (frecce tratteggiate blu). Questo piano era sostenuto dagli ammiragli poiché avrebbe portato a una rapida occupazione dei porti di Palermo, Catania e Augusta.

Secondo il generale britannico il rischio di sbarcare la fanteria ai capi opposti dell’isola, con in mezzo terreno impervio e nemici, era troppo alto. Per questo volle che gli americani prendessero terra nell’area di Gela: così avrebbero protetto il fianco occidentale dell’Ottava armata, che a quel punto sarebbe stata libera di puntare alla conquista di Messina. L’idea era di sbarrare all’Asse l’unica via di fuga dalla Sicilia.

La mappa illustra i fallimentari contrattacchi italo-tedeschi contro le teste di ponte americane a Gela (frecce rosse), le aree occupate dalle forze del Regio Esercito e della Wehrmacht prima degli sbarchi (arancio) e le difese dei porti siciliani (tratteggio rosso).

La battaglia di Sicilia si concluse dopo 38 giorni di combattimenti nel successo degli Alleati.

Sotto il profilo militare fu una vittoria a metà. Nonostante la conquista dell’isola, gli Alleati non riuscirono a impedire che il grosso delle forze dell’Asse fuggisse in Calabria per prepararsi a difendere la penisola. La rivalità Patton-Montgomery contribuì, assieme alle difese tedesche, a rallentare la corsa anglo-americana su Messina.

L’importanza della campagna fu soprattutto di stampo geopolitico.

Husky ha permesso agli americani di radicarsi nell’isola più importante del Mediterraneo, acquisendo la chiave di volta per dominare il mare di mezzo. Washington non vi ha più rinunciato e da quel momento ha rimpiazzato il potere britannico nel bacino, un tempo dominante.

Testo di Alberto de Sanctis.

Carta di Laura Canali

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