Perché mi sono concesso lo pseudonimo Eraclito l’Oscuro?

Eraclito l'oscuro

Sono tanti i pensatori che nel corso delle “stagioni della mia vita” sono stati fonte di ispirazione, riflessione ma sono pochissimi quelli che ho sentito costantemente vicino col passare del tempo e di questi soltanto ERACLITO detto l’Oscuro ha rappresentato un punto fisso.
I suoi aforismi racchiudono un mondo, sintetizzano la vita e soprattutto sintetizzano perfettamente la mia visione del mondo e della vita.
Nel corso degli anni, inevitabilmente si cambia.
Le esperienze, le riflessioni, il conoscere e confrontarsi con gli scritti dei pensatori del passato,  stratificano le tue riflessioni e nel tempo, possono portarti decisamente lontano rispetto al punto di partenza ma su alcuni punti non ho mai cambiato idea ed Eraclito descrive alla perfezione questi aspetti.

E’ passato alla storia come il “filosofo del divenire per il suo motto più famoso:  “tutto scorre» (pánta rhêi, in greco πάντα ῥεῖ)
Sempre per spiegare la teoria del divenire e che nulla è fermo, suo è l’aforisma:
Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte, perché né l’uomo né le acque del fiume sono gli stessi”

Di Eraclito di Efeso si conosce ben poco, visse in solitudine nel Tempio di Artemide e gli ultimi anni li trascorse tra i monti cibandosi di piante e morendo di idropsia.

L’idropisia è l’accumulo di liquidi nei tessuti in particolare nel peritoneo (la membrana che riveste gli organi che si trovano all’altezza del torace). Eraclito, ormai malato torna in città e, in forma di enigma, chiese ai medici se fossero capaci di far sì che dall’inondazione venisse la siccità; e poiché quelli non lo comprendevano, si seppellì in una stalla sotto il calore dello sterco animale, sperando che l’umore evaporasse». Da qui si raccontano versioni diverse. Nella prima, «non avendone, neppure così, alcun giovamento, morì dopo essere vissuto sessant’anni.» Ermippo presenta invece «ch’egli chiese ai medici se qualcuno fosse capace di essiccare l’umore vuotando gli intestini; alla loro risposta negativa, si distese al sole e ordinò ai ragazzi di ricoprirlo di sterco animale. Stando così disteso, il secondo giorno morì e fu seppellito nella piazza. Mentre Neante di Cizico «dice che era rimasto lì non essendo più riuscito a staccarsi lo sterco di dosso, e che, divenuto irriconoscibile per la deformazione, fu divorato dai cani». È possibile che la causa di morte di Eraclito sia stata proprio l’annegamento nello sterco di mucca, anche se «Aristone nell’opera Su Eraclito dice che era guarito dall’idropisia e che era morto per un’altra malattia; questo lo afferma anche Ippoboto»

Venne definito l’Oscuro da Aristotele in quanto il suo pensiero risulta particolarmente difficile da comprendere,  il parlare spesso per aforismi lo rende criptico.

Nella sapienza di Eraclito mirabilmente si congiungono Oriente ed Occidente, misteri orfico-dionisiaci e spirito apollineo, contemplazione e l’azione. Secondo Diogene Laerzio il libro di Eraclito fu scritto in forma così criptica perché vi sia accostassero soltanto coloro che erano capaci di intenderla e per evitare che un linguaggio comune lo esponesse a facile disprezzo. L’iniziazione ai misteri orfico-dionisiaci fanno pensare ad un’estrazione elitaria di Eraclito e grazie al suo rango sacerdotale probabilmente ebbe conoscenza di altre cerchie iniziatiche al di fuori del mondo ellenico. Bisogna sempre tenere a mente che all’epoca eraclitea, quindi intorno al 500 a.C., la circolazione delle idee avveniva nei luoghi di culto e tra l’elites sapienziali.

Il popolo dei dormienti

All’origine di tutto per Eraclito c’è il fuoco. Infatti scrisse:” Questo cosmo non lo fece nessuno degli dèi né degli uomini, ma sempre era, ed è, e sarà. Fuoco sempre vivente, che con misura divampa e con misura si spegne. Tutte le cose contraccambio del Fuoco e il Fuoco contraccambio di tutte le cose, come le ricchezze dell’oro e l’oro delle ricchezze.

Alla base del pensiero di Eraclito c’è la contrapposizione fra la mentalità degli uomini comuni, i dormienti appunto, e i sommi filosofi, che rappresentano gli svegli.
Eraclito intende per filosofi tutti quelli che sanno indagare a fondo la loro anima, che, essendo illimitata, offre all’interrogando la possibilità di una ricerca altrettanto infinita.
Il pensiero eracliteo definisce la maggioranza degli uomini superficiali, poiché tendono a dormire in un sonno mentale profondo che non permette loro di comprendere il mondo circostante.

I più pensano solo a saziarsi come animali!”

mentre

Uno è per me diecimila, se è il migliore

La dottrina dei contrari

La dottrina dell’unità dei contrari è forse l’aspetto più originale del pensiero filosofico eracliteo. Esiste un rapporto di interdipendenza di due concetti opposti (fame-sazietà, pace-guerra, amore-odio ecc.) che, in quanto tali, lottano fra di loro ma, nello stesso tempo, non possono fare a meno l’uno dell’altro, poiché vivono solo l’uno in virtù dell’altro: ciascuno dei due infatti può essere definito solo per opposizione, e niente esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto. Così, ad esempio, una salita può essere pensata come una discesa da chi vi si trova in cima.

Ciò che si oppone converge e dai discordanti bellissima armonia

Tra i contrari si crea una sorta di lotta. Questa dualità, questa guerra fra i contrari (polemos) appare in superficie, ma è armonia in profondità, Eraclito vide quello che lui definiva il logos indiviso, ossia la legge universale della Natura.

Ed è proprio la dottrina dei contrari che fa di Eraclito il fondatore di una logica degli opposti, antitetica a quella aristotelica e fondata sulla legge del divenire della realtà. In essa, infatti, tesi e antitesi (essere e non-essere) sono una sintesi contraddittoria e permanente nella realtà che solo così può divenire, attraverso i suoi due coessenziali aspetti (“nello stesso fiume scendiamo e non scendiamo”; “siamo e non siamo”); ed è antitetica alla logica aristotelica perché opposta al suo principio di non contraddizione e del terzo escluso (“Il mare è l’acqua più pura e impura: per i pesci è potabile e gli conserva la vita, per gli uomini è imbevibile e mortale”).

È la malattia che rende piacevole e buona la salute, la fame la sazietà, la fatica il riposo

Una sola cosa è La Sapienza: conoscere l’intendimento che governa tutte le cose attraverso tutte le cose.

Eraclito con questa frase afferma che il senso di tutte le cose nasce dalle cose stesse, perché è inerente a esse e dimora alla loro radice: non un logos che si sovrapponga al flusso, ma il flusso che rintraccia il proprio senso attraverso gli indizi in esso stesso disseminati e culmina nella consapevolezza del sapiente, del meditante; Costui riverbera nel mondo visibile il senso di tutte le cose “la legge divina” che si costituisce in rapporto dialettico con il flusso e lo orienta. Il Divino Intendimento che governa il mondo è in continua evoluzione.

Il mondo reale consiste in una combinazione equilibrata di tendenze opposte e dietro alla “lotta degli opposti” esiste un’armonia nascosta che è il mondo. È in questo senso logico, e non come massima militare, che bisogna prendere la sua affermazione “la guerra è la madre di tutto“.

EΛO

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