Alla ricerca del “demiurgo” perduto

Voglio provare a tracciare un possibile percorso che ci ha portato in poco meno di trentanni, diciamo dai primi anni ’90, quindi da mani pulite, alla situazione politica odierna. Ovviamente provo a tracciare un percorso nazionale, non dettagliando le influenze esterne e quindi considerando il paese come isolato, anche se così non è.

Dal sistema bloccato al blocco del sistema 

I primi anni ’90 esattamente a febbraio del ’92 con l’avvento di mani pulite e l’arresto di Mario Chiesa del partito socialista Italiano, il sistema politico andò al collasso e l’opposizione fu incapace di trasformarsi in forza di governo questo causò il blocco del sistema.
Tre elementi causarono il collasso:
-La disgregazione del comunismo internazionale;
-la vittoria del libero mercato sulla pianificazione statalista;
-la perdita totale di prestigio del più grande partito comunista dell’Europa occidentale.
I partiti di governo arrivarono talmente spossati da trentanni di monopolio che non riuscirono a gestire questo cambiamento, la corruzione dilagava ed il partito comunista italiano non riuscì ad andare al governo per quattro motivi:
-La visione Stato/Antistato
-la divisione della sinistra in due grandi partiti
-pressione della sinistra radicale
-malgoverno.
A questo seguì la frammentazione dei partiti, il presidente Cossiga si mise a capo di un partito trasversale che aveva il cuore nell’ex partito comunista quindi “anacronistico”.
Con il crollo del comunismo internazionale si perse in Italia quel fattore di eccezionalità e si rendevano disponibili tutti quei voti che andavano alla democrazia cristiana non per convinzione ma per paura del comunismo.
Nascita della Lega 
Si crea una sorta di parallelismo tra il primo fascismo e il primo leghismo entrambi trassero impulso da una profonda crisi dello Stato e dall’idea di nazione, il fascismo reagì con un sentimento ultra nazionalistico e centralistico, il leghismo, inizialmente, con un sentimento regionalista e con una visione federalista dello Stato.
Il referendum dell’aprile del ’93 sul cambiamento del sistema elettorale ha portato ad un sistema uninominale maggioritario, senonché il parlamento vista l’ostilità verso il bipolarismo votò una legge che era uninominale maggioritaria ma solo per il 75%, di fatto si tornò al proporzionale le elezioni che seguirono nel dicembre del ’93 portarono alla ribalta l’importanza delle alleanze per fronteggiare il nuovo metodo elettorale.
A sinistra si diete vita allo schieramento dei progressisti a destra scende in campo Silvio Berlusconi costituendo Forza Italia fatta da uomini azienda al servizio dell’imprenditore e riuscì a convogliare su di sé i voti dell’ex DC ed a coniugare a nord l’alleanza con la lega ed a sud con Alleanza Nazionale ed alle elezioni del ‘94 Forza Italia con il 21% dei voti divenne il primo partito.
Finalmente si riuscì ad avere un’alternativa di governo ma comunque si era ancora lontani dalla normalità infatti Berlusconi portò come base ideologica il vessillo dell’anticomunismo e ciò che si creò non furono quindi due schieramenti legittimati ma ognuno era la negazione dell’altro.
Fatto il governo nel ‘94 la lega per paura di perdere terreno a favore di Forza Italia inizia ad attaccare il premier sulla mancata soluzione del conflitto di interessi costringendo Berlusconi a dare le dimissioni quindi si tornò ad un governo tecnico presieduto da Lamberto Dini che non riuscì comunque a risolvere il conflitto di interessi ed il rapporto con la Magistratura.
Le elezioni del ’96 portarono al governo l’Ulivo, nuova forza di sinistra insieme a rifondazione comunista, all’opposizione il centro destra e la lega autonoma, la situazione continua a non essere normale cioè non c’era un bipolarismo ma un tripolarismo.
 La lega si sollevò nella direzione di Stato/antistato inasprendo il conflitto con tutti e due gli schieramenti chiedendo l’indipendenza inveendo contro “Roma ladrona” ed ebbe un successo notevole non già per un programma di riforma federale ma per una secessione del Nord dal resto d’Italia.
I problemi invece che il centro sinistra doveva affrontare erano quelli di traghettare l’Italia dalla prima alla seconda Repubblica, gestire il tripolarismo con la lega autonoma e con l’obiettivo della lega di far crollare le Istituzioni e porre fine ad uno Stato unitario, questioni di leadership all’interno della sinistra che ancora oggi ritroviamo, riforme Istituzionali, mancanza di coscienza civica nel paese, incapacità di disciplinare i mezzi di informazione.
L’ulivo al governo iniziò con il governo Prodi che traghettò l’Italia in Europa, seguì il governo D’Alema con la costituzione di una commissione bicamerale presieduta proprio da D’Alema per le riforme istituzionali, ed infine seguì un governo Amato.
 L’errore enorme da parte dell’Ulivo fu di non risolvere prima il conflitto di interessi e poi fare le riforme costituzionali ma D’Alema per non creare polarizzazioni con Berlusconi procedette prima con la Costituente legittimando agli occhi del popolo italiano Berlusconi, il quale incassò la legittimazione e poi fece fallire la bicamerale.
Nel 2000 il paese era ormai in campagna elettorale con un centro destra compatto ed un centro sinistra con il leader Rutelli molto frastagliato.
Alla fine del 2000 i partiti erano boccheggianti e si è assistito allo svuotamento dei partiti ed alla frammentazione del sistema partitico.
Una conseguenza di estrema importanza ebbe la perdita della laicità dello Stato, il vuoto aperto dei partiti è stato colmato dalla Chiesa Cattolica ed i maggiori partiti entrano in gara per garantirsi il consenso.
Questa situazione anomala creò due fenomeni: il centralismo burocratico e la debolezza del sentimento nazionale.
Gli Italiani si sono quindi identificati con la famiglia, la città, la regione, la Chiesa.
Dallo Stato nazionale allo Stato amministrativo
Intanto l’idea moderna di libertà in Europa non è solo la suddivisione dei poteri ma anche il rapporto tra centro e periferia.
Nello Stato nazionale la politica ha come fine ultimo il destino del popolo, nello Stato amministrativo la politica ha come fine ultimo il benessere e quale mezzo una gestione efficiente delle risorse pubbliche e private.
In Italia il sistema partitico è stato incapace di riformarsi.
I primi anni del 2000 vedono ancora la sinistra al governo con il II^ governo D’Alema e il secondo governo Amato che portò il paese alle elezioni a giugno del 2001 e l’ultimo giorno del governo Amato fu il giorno in cui lo spread tra i Bund decennali e il BTP decennale tocco i 37 bps.
Le elezioni del 2001 vengono vinte dal centro destra e si forma il secondo governo Berlusconi che fu il più lungo della storia repubblicana durò fino alle regionali del 2005; il governo finisce con la sconfitta delle regionali ma a differenza di D’Alema, che si dimise a favore di Amato, Berlusconi effettua un rimpasto governativo e resta al suo posto fino alla fine della legislatura ad aprile del 2005 lo spread in quel caso arrivo a 15,2 bps col Bund decennale.
Il terzo governo Berlusconi arriva quindi fino alle elezioni del maggio 2006 e l’ultimo giorno del governo Berlusconi lo spread tra BTP e Bund era a 30,5 bps.
La nuova legge elettorale, battezzata porcellum, di cui il principale fautore era Roberto Calderoli portò la vittoria del centro sinistra ma una vittoria molto risicata soprattutto al Senato e riuscì a stare al governo fino al 2008 dopodiché il II^ governo Prodi cadde definitivamente e il presidente Napolitano sciolse le camere per andare alle elezioni a maggio 2008 lo spread era 43,3 bps.
L’8 maggio del 2008 nasce il quarto governo Berlusconi che resta in carica fino al 2011 per oltre tre anni e sei mesi, esattamente fino a novembre del 2011, durante questi anni avvengono dei fatti di importanza eccezionale anche su scala internazionale, la crisi dei mutui Subprime e la crisi del debito sovrano portano lo spread a 522 bps, inoltre durante questi anni il governo Berlusconi vara lo scudo fiscale, vengono aboliti i tetti agli stipendi dei manager pubblici, Alitalia viene svenduta alla cordata italiana, viene approvato un decreto legge sulle intercettazioni, attraverso i cosiddetti Tremonti Bond vengono concessi aiuti alle banche, all’esecutivo approda il cosiddetto nuovo lodo Alfano, una legge per l’immunità alle alte cariche dello Stato dichiarata incostituzionale che però consente al premier di stralciare la sua posizione nel processo a carico suo e di Mills, viene approvato il legittimo impedimento.
All’interno di questo scempio, nasce un nuovo movimento antisistema: il Movimento 5 Stelle fondato dal comico Beppe Grillo.
Il governo Monti segue al governo Berlusconi ed attua una politica di risanamento e di credibilità a livello internazionale che porta lo spread da 520 punti a 286 nell’aprile del 2013 ultimo giorno del governo Monti.
Segue il governo Letta fino a febbraio 2014 che porta lo spread a 278 bps.
Ovviamente sono anni molto duri, sono anni dove la classe media viene stremata, si perdono milioni di posti di lavoro, i lavoratori più deboli oltrepassano la soglia di povertà, molte aziende chiudono, si blocca l’occupazione, aumenta la disoccupazione, la disoccupazione giovanile raggiunge livelli veramente preoccupanti soprattutto al sud, la crisi del debito sovrano porta alla crisi bancaria e quindi al Credit Crunch.
Tutti questi elementi favoriscono i partiti antisistema: il movimento 5 stelle e la Lega.
Le elezioni del 2014 portano al governo il PD di Renzi che rimane fino a dicembre del 2016 e poi, come nel caso di Berlusconi con un rimpasto di governo gira il mandato a Gentiloni e va avanti dal 2016 al 2018 quindi porta il paese a fine legislatura ed alle elezioni di marzo del 2018.
In questi anni i due partiti antisistema fanno delle trasformazioni enormi da una parte la lega diventa un partito nazionale riformista toglie il simbolo nord dalla lega il nemico non è più il sud e Roma ladrona ma l’Europa e la sua politica sull’immigrazione ed austerity e riesce a raccogliere i voti degli elettori di centro destra di Berlusconi ed Alleanza nazionale, a sinistra invece Renzi che alle Europee arriva ad avere un’41% riesce insieme ai suoi compagni di partito, con delle lotte fratricide a distruggere quel risultato elettorale eccellente ed arrivare alle elezioni del 2018 con una percentuale misera.
Insieme alla lega un altro movimento politico cresceva a dismisura prendendo voti dalla destra, dal centro e dalla sinistra andando ad interpretare sentimenti di rabbia, antisistema, contro i poteri forti precostituiti e contro l’Europa e la sua politica di austerity accusata di aver gettato il paese nella miseria.
Prima delle elezioni del 4 marzo 2018 i partiti di governo insieme alle opposizioni riescono a mettere a punto una legge elettorale per isolare i partiti antieuropeisti mettendo delle soglie di sbarramento ed un premio di maggioranza alle coalizioni che avessero preso più voti.
Come accadde con quella che fu poi ribattezzata la legge truffa del 1953, anche in questo caso ciò che era stato studiato per isolare determinate forze portò invece alla vittoria delle stesse.
Veniamo finalmente ad oggi, abbiamo un governo fatto da due forze che sotto molti aspetti sono agli antipodi ma unite da alcuni elementi determinanti primo: l’Europa vista come il male supremo e la sua politica di austerity come un freno alla crescita; secondo, conseguenza del primo, l’€ che ha impoverito negli anni il popolo italiano e le aziende.
Da queste premesse nasce l’attuale documento economico finanziario fortemente populista che vuole contrastare questi comuni nemici e ridare “dignità” e “sovranità” al popolo italiano; dall’altra parte i partiti tradizionali sono incapaci di formare un programma alternativo di governo, sono incapaci di trovare un leader di coalizione, in altre parole siamo tornati al punto di partenza.
Come nel caso del fascismo e di Mussolini, il popolo italiano reduce dalla prima guerra mondiale cercava ed ha identificato in Mussolini il “demiurgo” che poteva risolvere ogni problema, così oggi il popolo italiano bistrattato dall’Europa, impoverito, senza dignità vede nei due vicepremier di governo i “demiurghi” che possono risolvere i loro problemi e ridare dignità al paese.
Ho voluto fare questa analisi per cercare di capire io per primo quanto possa essere difficile, delicato e pericoloso questo momento e dove può portarci.
Le analogie col passato sono molte ma quello che ci differenzia rispetto al passato è certamente l’Europa cosa che potrebbe cambiare con le elezioni del prossimo anno.
ELO
Bibliografia:
F. Chabod “L’Italia contemporanea” Einaudi
S. Solarizi ” Storia d’Italia” Utet
F. Cazzola “Della Corruzione: fisiologia e patologia di un sistema politico” Il Mulino
M. Calise ” Dopo la Partitocrazia. L’Italia tra modelli e realtà” Einaudi
AA.VV. ” Governo dei Giudici. La Magistratura tra diritto e politica” Feltrinelli
G. Mammarella ” l’Italia Contemporanea ” Il Mulino

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